CITTÀDIMILANO

PIRELLI HANGARBICOCCA PRESENTA CITTÀDIMILANO, LA MOSTRA PERSONALE DI GIORGIO ANDREOTTA CALÒ

Giorgio Andreotta Calò (Venice, 1979; he lives and works in Italy and the Netherlands) is one of the most remarkable Italian artists of recent years and represented Italy at the 57th Venice Biennale (2017).

His works include sculptures, large-scale site-specific installations and spatial works that transform both fragments of buildings and entire landscapes; they are often designed to be included in a rich patchwork of self-referencing connections, in part through the use of natural elements dense with symbolic meanings, such as water, light and fire.

His work is rooted in conceptual and processual practices typical of artists of the Sixties and Seventies but it also evolves into new directions. It always comes as the result of a long process of research into materials—from the more classical, such as bronze and wood, to the more unusual, such as caranto clay, the submarine layer beneath the city of Venice—, processing techniques and their origin. His interest in organic materials links his works to current international debates on the use and dispersal of raw materials and themes of socio-ecological change.

The constant re-elaboration and reconfiguration of his works based on the geographical and cultural context in which they are exhibited is an integral part of his artistic methodology. For CITTÀDIMILANOthe artist focuses on his sculptural practice, displaying works created since 2008, and here conceived as part of a single landscape that transforms the perception of the environment and highlights the links existing between the artworks in a close dialogue.
Giorgio Andreotta Calò has also carried out research into the history of the Pirelli Company, creating new works that bring to light previously unknown stories from the past, such as the one of the wreck of the steamship Città di Milano [City of Milan] from which the exhibition takes its name.

Giorgio Andreotta Calò – Venezia

Pirelli #hangarbicocca presenta CITTÀDIMILANO, la #mostra personale di #giorgioandreottacalo: un arcipelago di opere del passato e di nuova produzione, raccolte per la prima volta insieme, che trasforma e riconfigura radicalmente lo spazio espositivo. Il percorso di #mostra genera storie e visioni su diversi tempi e luoghi, da Venezia a #milano, dalle profondità del mare a quelle del sottosuolo.

Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979; vive e lavora tra Italia e Olanda) è uno degli artisti italiani più interessanti degli ultimi anni e ha rappresentato l’Italia alla 57ma Biennale di Venezia (2017). Le sue opere includono sculture, installazioni ambientali di larga scala e interventi spaziali che trasformano architetture o interi paesaggi e sono spesso concepite per essere incluse in un ricco sistema di rimandi e collegamenti tra di loro, anche attraverso l’uso di elementi naturali densi di significati simbolici – come l’acqua, la luce e il fuoco. Il suo lavoro affonda le radici in alcune pratiche concettuali e processuali tipiche degli artisti degli anni Sessanta e Settanta per poi aprirsi a nuove evoluzioni ed è il risultato di un lungo processo di ricerca sui materiali – da quelli classici, come bronzo e legno, ad altri più inusuali come ad esempio il caranto, lo strato argilloso sottomarino su cui sorge la città di Venezia –, sulle tecniche di lavorazione e sulla loro origine. Il suo interesse per i materiali organici avvicina le sue opere agli attuali dibattiti internazionali sull’utilizzo e dispersione delle materie prime e ai temi sui cambiamenti socio-ecologici.

Parte integrante della sua metodologia artistica è la costante rielaborazione e riconfigurazione delle sue opere in base al contesto geografico e culturale in cui vengono esposte: per CITTÀDIMILANO l’artista si concentra sulla sua pratica scultorea, presentando in stretto dialogo lavori realizzati dal 2008 a oggi e qui concepiti come parte di un unico paesaggio, che trasforma la percezione dell’ambiente ed evidenzia i legami che intercorrono tra le opere stesse. Un invito ai visitatori a creare il proprio percorso all’interno della #mostra e i propri collegamenti.

Per l’occasione #giorgioandreottacalo ha inoltre compiuto ricerche sulla storia della società Pirelli, concependo appositamente nuove opere, che portano alla luce narrazioni inedite del passato, legate alla città di #milano, ma che si relazionano a temi e luoghi già presenti nel lavoro dell’artista. Con questa #mostra Pirelli #hangarbicocca riconferma il suo impegno a sostenere la sperimentazione in ambito artistico e la produzione di nuove opere.

Il percorso espositivo

Il visitatore viene accolto sulla soglia dello spazio espositivo dalla proiezione di immagini sottomarine del relitto sommerso del piroscafo Città di #milanoda cui l’intera esposizione prende il titolo. Utilizzata all’inizio del secolo scorso dall’allora Pirelli Cavi per depositare nelle profondità del Mar Mediterraneo cavi sottomarini, il 16 giugno 1919 la nave naufragò presso la secca di Capo Graziano a Filicudi.

L’artista ha estrapolato materiale video da riprese di repertorio effettuate nel 2015 sul relitto a 100 metri di profondità, montandole in un lavoro che funge da preludio e leit motiv di tutto il percorso, legato alle idee di navigazione, di immersione/emersione e di stratificazione fisica e simbolica, storica e geografica. Ulteriore richiamo a questa storia è la presenza in #mostra di una porzione daneggiata di cavo per la trasmissione sottomarina di dati, lunga più di 30 metri. Risalente agli anni ’90 e recuperato la scorsa estate nei pressi di Ischia durante lavori di manutenzione, il cavo pende sospeso dal carroponte assumendo un aspetto organico e naturale. Entrambi i lavori riflettono l’interesse dell’artista sui concetti di connessione e trasmissione di informazioni, in particolare tra luoghi distanti o separati.

All’interno dello Shed si possono osservare alcune delle opere scultoree più rilevanti in una disposizione studiata da #giorgioandreottacalo che scardina la simmetrica architettura dello spazio e che trasforma l’ambiente in modo da “mettere il pubblico di fronte alla possibilità di intravedere qualcosa che si situa ‘oltre’” – come spiega l’artista. “Trasfigurare il luogo significa innanzitutto cogliere in esso un potenziale inespresso, una qualità espressiva definita anche da una storia passata, fatta di individui, per restituirlo a una nuova possibile funzione” (da un’intervista apparsa su Flash Art, numero 294, 2011).

Interessato alla rappresentazione dello scorrere del tempo e dei processi di trasformazione della materia, Andreotta Calò occupa l’intera superficie dello Shed con Produttivo (2019), una nuova #installazione parte di una serie di sculture iniziata nel 2014 e costituita da campioni di roccia e sedimenti prelevati dal sottosuolo della laguna di Venezia (2014) e dell’area mineraria del Sulcis Iglesiente, in Sardegna (2014 e 2019). La disposizione a terra delle “carote” rispecchia quella della loro ubicazione e profondità originarie ed evidenzia in questo modo le diverse stratificazioni e particolarità cromatiche, ribaltando, però, la dimensione verticale delle estrazioni geologiche a quella orizzontale e lineare dello spazio dove vengono esposte. In particolare, la nuova imponente serie di carotaggi comprende oltre mille metri lineari di campioni di carbone e vari minerali provenienti dall’archivio della Carbosulcis, ultima miniera di carbone attiva in Italia e in fase di chiusura. A questi lavori si lega sia geograficamente sia tematicamente il film in 16mm, In girum imus nocte (2016). Realizzata nel Sulcis Iglesiente, dove l’artista ha trascorso lunghi periodi di ricerca e lavoro tra il 2013 e il 2015, l’opera #mostra in forma onirica il viaggio notturno compiuto dall’artista all’interno della miniera Carbosulcis e, a piedi, con i lavoratori, verso l’isola di Sant’Antioco.

In CITTÀDIMILANO il corpus di lavori denonimato Clessidre (1999–in corso) è una rappresentazione formale della scansione del tempo. Queste sculture in bronzo sono realizzate attraverso una tecnica caratteristica della sua pratica, la fusione a cera persa, a partire da bricole – pali utilizzati a Venezia per gli ormeggi e spesso corrosi dall’acqua nella loro sezione centrale. In questo modo l’azione dell’acqua e il gesto artistico concorrono a determinare la forma della scultura, non a caso quella di una clessidra, che poi viene fissata nel tempo attraverso l’uso di un materiale incorruttibile. Alle Clessidre si connette tecnicamente un’altra serie iniziata nel 2013, quella delle Meduse: l’artista interviene direttamente sugli stessi tipi di pali in legno, che vengono trasformati in sculture dalle sembianze di medusa, organismo marino composto principalmente di acqua, da cui poi sono tratte ulteriori opere in bronzo. Questo processo di trasfigurazione della materia e di elementi naturali emerge anche in altri lavori esposti in Pirelli #hangarbicocca, come nelle due serie Pinna Nobilis (2014 – in corso) e DOGOD (2014 – in corso): nella prima il titolo e la forma derivano dalla conchiglia del mollusco omonimo, organismo endemico delle coste del Mar Mediterraneo e in particolare dei luoghi attraversati dalla #mostra, come Sardegna, Venezia e Filicudi; mentre la seconda prende origine da elementi ossei provenienti dall’Isola di Sant’Antioco in Sardegna riassemblati da Andreotta Calò generando una nuova forma, il muso di un cane.

L’opera che per #giorgioandreottacalo rappresenta il punto di partenza tematico e narrativo della mostra CITTÀDIMILANO è Volver, scultura generata da un’azione realizzata a #milano nel 2008, in occasione della sua prima esposizione personale presso la Galleria Zero: l’artista all’interno della sua barca utilizzata nella laguna veneziana, vola sospeso tramite una gru sopra i tetti del quartiere Lambrate, compiendo un giro circolare per poi terminare l’azione sulla terrazza della galleria, dove l’imbarcazione viene sezionata in due parti e qui esposta adagiata sopra un sottile specchio d’acqua. A dieci anni di distanza, segnando simbolicamente il suo ritorno a #milano, l’artista ripropone Volver in una nuova configurazione: la barca viene, infatti, ricomposta in una forma scultorea che richiama quelle delle conchiglie della serie Pinna Nobilis, mentre l’azione originaria è documentata da una proiezione di un carosello di diapositive.

Il richiamo a #milano ritorna nuovamente nel lavoro che chiude la #mostra: la stampa stenopeica di oltre 10 metri – carta fotografica di grandi dimensioni impressionata dalla luce naturale – della città vista dall’alto e in particolare dell’area orientale, dove si trova anche Lambrate, luogo dove Adreotta Calò aveva effettuato il suo volo. L’artista colloca l’opera specularmente rispetto alla proiezione iniziale del relitto del piroscafo Città di Milano, creando una sorta di quinta teatrale che incornicia lo spazio espositivo. La stampa è il risultato di un intervento di Calò presso il grattacielo Pirelli, un tempo storica sede della società e oggi di proprietà della Regione Lombardia, con cui ha trasformato un piano dell’edificio in una camera oscura per realizzare l’impressione ribaltata di #milano, colta come se fosse un orizzonte onirico.

Giorgio Andreotta Calò

I lavori di #giorgioandreottacalo sono stati esposti all’interno di contesti e istituzioni di rilievo internazionale, tra cui Oude Kerk, Amsterdam (2018); SMART Project Space, Amsterdam (2012); MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, in occasione del conseguimento del Premio Italia Arte Contemporanea (2012) e Galleria Civica, Trento (2009). #giorgioandreottacalo ha partecipato in numerose rassegne ed esposizioni collettive, tra cui 6a Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2016); High Line Art, New York (2016); Triennale di #milano (2015); 54ma Biennale di Venezia (2001). Nel 2017 ha rappresentato l’Italia alla 57ma Biennale di Venezia. Tra il 2001 e il 2007 è stato assistente di Ilya ed Emilia Kabakov. Nel 2008 si è trasferito in Olanda dove è stato artista in residenza alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten di Amsterdam (2009-2011).

Il programma espositivo

La mostra CITTÀDIMILANO è parte del programma artistico 2019-2020, concepito dal Direttore Artistico Vicente Todolí assieme al dipartimento curatoriale: Roberta Tenconi, Curatrice; Lucia Aspesi, Assistente Curatrice; Fiammetta Griccioli, Assistente Curatrice. La programmazione proseguirà con le mostre di Sheela Gowda (4 aprile – 15 settembre 2019); Daniel Steegmann Mangrané (settembre 2019 – gennaio 2020); Cerith Wyn Evans (ottobre 2019 – febbraio 2020); Trisha Baga (febbraio – luglio 2020); Chen Zhen (aprile – settembre 2020); Neïl Beloufa (settembre 2020 – gennaio 2021); Steve McQueen (ottobre 2020 – febbraio 2021).

14 febbraio – 21 luglio 2019

Opening 13 febbraio 2019, ore 19.00
Via Chiese 2, Milano

www.hangarbicocca.org

images Pirelli HangarBicocca